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MOSAICI IN CHIESA
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Il 25 aprile 2014, festa di San Marco Evangelista si è svolta una solenne cerimonia religiosa presieduta da Mons. BRUNO FORTE, Arcivescovo della Diocesi che la mattina della festa, alle ore 11,00, ha presieduto la concelebrazione religiosa.
E’ stata un’occasione per approfondire i contenuti della fede e dell’appartenenza alla Chiesa locale.
Il Vescovo ha benedetto il ciclo dei 14 artistici mosaici dei Santi e Beati eseguiti sulle pareti interne della navata circolare e realizzati dall’artista Danjel Kosma.
Ciò è stato possibile grazie all’iniziativa del Parroco della comunità: Don Gino Smargiassi.
Egli stesso ha spiegato con un’ intervista alla stampa che l’idea è partita dalla considerazione teologica che non formano una sola famiglia con i Santi, ma che sono nostri fratelli e sorelle.
Don Gino ha anche sottolineato che ogni volta che entriamo nel sacro Tempio ci dobbiamo ricordare che formiamo la Chiesa Santa di Dio: noi preghiamo con i Santi e essi ci guardano e ci invitano ad imitarli.
I criteri sono stati quattro:
1- Innanzitutto sono stati scelti santi che sono maggiormente venerati a Vasto: S. Michele, S. Giuseppe, San Pietro, San Paolo, S. Nicola, S. Rita, S. Lucia, S. Antonio, S. Gabriele dell’Addolorata e S. Camillo de Lellis, entrambi patroni dell’Abruzzo.
2-In secondo luogo è stato scelto il Beato Angelo da Furci, che ha studiato a Vasto nel convento agostiniano, attiguo, a suo tempo, alla concattedrale di S. Giuseppe.
3-Il terzo criterio ci ha fatto scegliere due Beati di grande intensità e attualità spirituale: Charles de Foucauld (fratel Carlo di Gesù) e Madre Teresa di Calcutta.
4- Infine si è pensato ad un Santo che richiama soprattutto i giovani agli ideali di purezza: S.Luigi Gonzaga.
L’opera è stata realizzata dall’artista poliedrico (oltre a fare mosaici, fa anche sculture, restauri e oggetti d’arredo), Danjel Kosma, nativo di Tirana e attualmente residente a Cupra Marittima (AP), il quale ha lavorato per la Ditta “Lauretana Art” di Mombaroccio (PU).
Inoltre sono stati benedetti anche i più recenti mosaici della Cappella del Santissimo, dello sfondo del Crocifisso posto sull’altare maggiore e quello posto all’ingresso della Chiesa, tutti e tre realizzati dall’atelier “Progetto Arte Poli” di Verona.
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Panoramica della navata |
Per leggere la storia dei Santi raffigurati sui mosaici cliccare sui rispettivi nomi |
STORIA DEL MOSAICO
Il mosaico ha una lunga storia, ricca di arte e di bellezza. Il mosaico, infatti, è una composizione pittorica ottenuta mediante l'utilizzo di frammenti di materiale di diversa natura e colore (pietra, pasta di vetro, marmo). Tali fammenti, più o meno regolari, prendono il nome di "tessere" che vengono incollate una vicina all'altra tanto da formare un'immagine. Il mosaico può essere pavimentale (eseguito su pavimento) e parietale (eseguito su parete). Le prime decorazioni risalgo al 3000 a.C. Impiegato dai Sumeri per proteggere la muratura in mattoni crudi, fu anche usata in Mesopotamia e in Egitto.
Nel II millennio a. C. fu utilizzata dal popolo miceneo e successivamente dai greci e romani (mosaici pavimentali e parietali).
Ma furono soprattutto gli artisti bizantini a sfruttare con straordinaria abilità le qualità specifiche di questa tecnica. Ne sono esempi tutto il ciclo delle opere parietali realizzate nelle chiese di Ravenna, di Venezia, di Santa Sofia a Costantinopoli. Caratteristica fondamentale di tale ciclo è il fondo d'oro di tutte le rappresentazioni.
Fu invece utilizzato per le superfici pavimentali nel XII secolo come testimonia il mosaico del Duomo di Otranto (Lecce) risalente al 1163-1165 che, attraverso scene tratte dall'Antico Testamento, dai cicli cavallereschi e dal bestiario medievale, disposte lungo lo sviluppo dell' "Albero della vita", ripercorre l'itinerario dell'esistenza umana.
In Sicilia invece il mosaico assume grande importanza nell'arte arabo-normanna nelle cattedrali di Monreale e Cefalù e nel Palazzo dei Normanni a Palermo.
Ci sono tre metodi per realizzare un mosaico: il metodo a colla, il metodo diretto, il metodo indiretto. Con quest'ultimo metodo l'artista prepara su dei supporti di cartone il disegno con le immagini da realizzare dette "SINOPIE", su di essi mette una specie di retina e incomincia ad incollare le tessere su ampie zone, sulla parete già disegnata e preparata con la cementina riporta il mosaico già eseguito facendo aderire bene tutte le tessere. In seguito completa il lavoro apportando le dovute modifiche o ritocchi, riempiendo tutte le zone con le tessere mancanti.
Le quattordici iconografie di Santi e Beati, realizzate all'interno della chiesa di San Marco a Vasto (Chieti) dall'artista Danjel Kosma, sono molto significative poiché danno allo spettatore la possibilità di contemplare l'immagine dei Santi e Beati prescelti, nelle loro caratteristiche iconografiche. Lanista probabilmente si e ispirato all'arte bizantina specialmente nella realizzazione dei volti; ha usato tessere policrome anche se con una gamma di tonalità non troppo ampia e varia, dovendo rispettare la iconografia tradizionale dei Santi e dei Beati raffigurati.
I numerosi frammenti di cui e composto un mosaico, visti da lontano si ricompongono in un insieme unitario: più le tessere presentano una gamma varia di colori e sfumature, più l'immagine acquista vivacità. Eeffetto luminoso aumenta se i tasselli sono irregolari poiché la luce viene continuamente rifratta.
Angela T.
I 14 Mosaici della CHIESA DI SAN MARCO
"Circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù" (Eb-12,l-2/a).
I santi sono luminosi riflessi della santità del Signore Gesù.
Essi sono "una moltitudine immensa che nessuno può contare di ogni nazione, tribù, popolo e lingua". Santi conosciuti e santi non conosciuti e tra essi anche i nostri cari, i nostri amici che ci "hanno preceduto con il segno della fede".
I santi, passati attraverso i nostri stessi dubbi, le nostre incertezze, le nostre debolezze, le nostre prove, le nostre difficoltà, le nostre tentazioni e le nostre cadute, ci sono dati dal Signore come testimoni, come modelli di vita, come intercessori, come certezza dell'amore del Padre che non viene mai meno. Oggi essi, felici, lodano e ringraziano Dio nel Cielo e noi, nelle nostre liturgie, "cantiamo al Signore l'inno di gloria" unendoci a loro. Essi sono per noi serenità, forza nel cammino della vita. Conforto nel nostro passaggio dal tempo all'eternità. Essi ci aspettano alla loro grande festa del Cielo insieme a Maria Regina di tutti i santi e Madre nostra.
La chiesa parrocchiale di San Marco in Vasto è stata arricchita, con la donazione da parte di alcuni fedeli, di quattordici mosaici raffiguranti santi e beati per i quali è nutrita una particolare devozione. Essi sono, partendo da destra di chi guarda l'altare, in senso orario:
San Michele - San Paolo - Beata Teresa di Calcutta, San Camillo de Lellis - Santa Lucia - San Nicola di Bari - Santa Rita da Cascia - San Gabriele dell'Addolorata - Beato Charles de Foucauld - San Luigi Gonzaga - Beato Angelo da Furci - Sant'Antonio di Padova - San Pietro - San Giuseppe.
AUTORE DEI MOSAICI
L'artista Danjel Kosma, nasce a Tirana (Albania) nel 1969. Ben presto si trasferisce ad Atene dove, dopo aver frequentato il liceo artistico dell'Accademia delle Belle Arti, vince il concorso emanato dal Servizio Manutenzione Antichità dell'Acropoli di Atene — cantiere Propilei, in qualità di tecnico specializzato per la lavorazione del marmo. Dal 2005 vive e lavora in Italia, a Cupra Marittima (Ascoli Piceno). Ha ottenuto il terzo premio al concorso di scultura presso Sarnano (Macerata) con la scultura dal titolo "Armonia". Ha effettuato lavori in mosaico a Ripatransone (Ascoli Piceno) per il palazzo dell'Episcopio e, ancora, per le arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, Ancona e Fermo.
Le statue della Madonna e di San Marco e i mosaici dell'aula della chiesa di San Marco sono stati realizzati nel laboratorio "Lauretana Arte" di Massimo Clara, a Mombaroccio (Pesaro).
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Altri mosaici presenti nella chiesa
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Ovale a mosaico sotto al Crocifisso sull'altare maggiore |
Mosaico sulla porta d'ingresso |
Mosaico nella Cappella del Santissimo Sacramento |
Il PAVIMENTO
Il 29 marzo 2018 la Chiesa di San Marco si è arricchita con un bellissimo “tappeto di marmo” eseguito al centro della pavimentazione della navata.
Il parroco don Nicola Fioriti ha così spiegato il motivo di tale opera: “C’era una lesione sul pavimento centrale e per risolvere il problema si è pensato di eseguire tale lavoro per celare e rinforzare la pavimentazione.”
Il disegno eseguito è scaturito dall’idea di associare l’identità della parrocchia con la Croce di Aquileia, poiché il primo Vescovo di Aquileia è stato un discepolo di San Marco. Fu proprio l’Evangelista Marco a portarlo a Roma per farlo conoscere al Vescovo, permettendo la fondazione della Chiesa locale in Aquileia.
La stella ad otto punte è il simbolo di Maria, perché il fulcro della parrocchia è dedicato alla Madonna dei Sette Dolori.
E’ stato scelto il mosaico per metterlo in sintonia con gli altri mosaici di santi, che sono già posti alle pareti della chiesa.
Il mosaico è stato eseguito con materiali moderni che permettono il movimento e impediscono nuove lesioni. Esso inizia dalla porta d’ingresso fino ad arrivare all’altare maggiore.
Tutta l’opera è stata eseguita gratuitamente dal marmista e maestro d’arte Giovanni Tinari originario di Pollutri (Ch) ma attualmente residente a Vasto (Ch).
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Il tappeto di marmo |
Veduta interna con il mosaico in marmo sul pavimento |
Particolare della Croce di Aquileia |
LA PORTA CON LA VETRATA
Nel mese di aprile 2018, dopo la pavimentazione di marmo e le stanzette in muratura per le confessioni, la chiesa si è arricchita di un’altra importante opera: un’artistica e grande porta-vetrata all’ingresso della cappella dove è custodita l’Eucarestia.
La porta in legno e vetro ha immagini realizzate con la tecnica della sabbiatura.
La vetrata istoriata riporta l’immagine del “Sole” che rappresenta l’Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana e immagini stilizzate che rappresentano la comunità che, illuminata dalla presenza del Signore, cammina verso di Lui. Sono inserite anche due frasi: “AVE VERUM CORPUS” (l’inizio di un testo eucaristico, che viene fatto risalire ad una poesia del XIV sec.) e ADORO TE DEVOTE LATENS DEITAS (il primo verso di un inno eucaristico, inserito nel Messale Romano nel 1570).
La porta-vetrata è stata fatta per due motivi:
- la prima riguarda l’aspetto liturgico: per dare la possibilità di distinguere l’aula dove la comunità si ritrova per la celebrazione domenicale dalla cappella, dove si conserva l’Eucarestia e nella quale si celebra la S. Messa durante la settimana.
- la seconda funzione è di ordine pratico: mantenere l’ambiente più caldo e per evitare la dispersione termica, specialmente nel periodo invernale.La scelta del vetro è originata dal fatto che chi entra in Chiesa deve subito poter individuare la presenza del Signore nell’Eucarestia.
L’opera è stata realizzata dalla Bottega “Vetrarte” di Giuliano Basilico (maestro vetratista, nativo di Cannes, ma residente a Vasto (Ch) dove si è diplomato presso l’Istituto d’Arte.
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Bozzetto della porta in legno e vetro |
I lavori della vetrata |
Particolare con il sole |
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La vetrata completata |
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